Per calcolosi o litiasi renale (nefrolitiasi) si intende la presenza di calcoli nelle vie urinarie. I calcoli sono simili a piccoli sassi che si formano all’interno dei reni quando le sostanze normalmente presenti nelle urine diventano troppo concentrate e si accumulano sotto forma di materiale solido. Possono rimanere nel rene oppure spostarsi lungo gli ureteri fino a raggiungere la vescica e essere così eliminati all’esterno del corpo con le urine. La composizione dei calcoli renali è molto varia. Le più comuni sono:

  • calcoli di calcio (75% i tutti calcoli renali), costituiti da ossalato di calcio in forma pura oppure associata al fosfato di calcio. L’ossalato di calcio è un sale di calcio dell’acido ossalico che può essere assunto dall’organismo mangiando cibi che ne sono molto ricchi come le barbabietole, gli spinaci, le foglie di tè e il kiwi
  • calcoli di struvite, chiamati anche calcoli infettivi. Sono costituiti da cristalli di fosfato di ammonio e magnesio e possono raggiungere dimensioni notevoli. Si formano spesso in seguito a un’infezione batterica (ad esempio, da Proteus). Questo batterio è in grado di produrre delle sostanze che cambiano l’acidità delle urine e facilitano la formazione di cristalli di struvite a partire dagli ioni fosfato e magnesio
  • calcoli di acido urico, solitamente lisci, marroni e più morbidi di altri tipi. Si formano soprattutto in persone che hanno le urine molto acide con conseguente precipitazione dell’acido urico in cristalli
  • calcoli di cistina, spesso gialli, somigliano a veri e propri cristalli piuttosto che a pietre. Si formano soprattutto in coloro che soffrono di cistinuria, una malattia genetica caratterizzata dall’incapacità del rene di riassorbire un amminoacido chiamato cistina. Ciò determina la presenza di una notevole quantità di cistina nelle urine che può, quindi, precipitare e formare i calcoli.

Sintomi: Quando i calcoli renali sono piccoli, spesso riescono ad attraversare l’uretere, la vescica, l’uretra e ad essere espulsi all’esterno con le urine, senza dolore.

La presenza e il passaggio dei calcoli renali, tuttavia, può causare la comparsa di un dolore acuto e improvviso che si estende nella regione addominale e lombare, noto come colica renale.

Quando il calcolo rimane bloccato nel rene, oppure non riesce a passare con facilità attraverso le vie urinarie si possono manifestare vari disturbi (sintomi) che includono:

  • dolore persistente e violento nella parte bassa della schiena e dell’addome, a volte può irradiarsi all’inguine e può durare alcuni minuti o ore (colica renale). Spesso è descritto come una “coltellata al fianco”
  • irrequietezza e incapacità di restare immobili
  • nausea
  • necessità di urinare più spesso del normale (stranguria)
  • dolore mentre si urina (disuria)
  • presenza di sangue nelle urine (ematuria), dovuta ai traumi provocati sulla parete delle vie urinarie dal passaggio del calcolo

Se un calcolo renale ostruisce completamente l’uretere, si può verificare l’accumulo ed il ristagno dell’urina nel rene (idronefrosi), la moltiplicazione dei batteri e l’infezione del rene omolaterale (pielonefrite).

I disturbi (sintomi) causati dall’infezione renale sono simili a quelli dei calcoli renali, a cui si aggiungono:

  • febbrealta, a 38 °C e più
  • brividi
  • stanchezza e debolezza
  • diarrea
  • urina torbida e maleodorante

Cause: La calcolosi renale, spesso, non è dovuta ad una singola causa ben definita, ma può dipendere da diversi fattori che includono:

  • familiari con calcoli renali: se si ha un familiare che ha sofferto di calcolosi renale, si ha una maggiore probabilità di esserne colpiti
  • calcoli renali avuti in passato: se una persona ha già avuto calcoli renali, il rischio che possano riformarsi è molto alto
  • disidratazione: non bere acqua a sufficienza ogni giorno può aumentare il rischio di produrre calcoli. Le persone che vivono nei climi caldi e che sudano molto hanno un rischio maggiore
  • tipo di dieta: una dieta ricca di proteine, sodio e zuccheri e povera di fibre, aumenta il rischio di calcolosi renale. In particolare, una dieta ricca di sodio può aumentare la quantità di calcio che il rene deve filtrare ed incrementare così, in maniera significativa, il rischio di calcoli renali
  • obesità: un elevato indice di massa corporea (BMI), una circonferenza addominale elevata e l’aumento di peso sono fattori collegati ad un aumentato rischio di calcoli
  • malattie dell’apparato digerente ed interventi chirurgici: interventi di chirurgia bariatrica (tipo bypass gastrico) volti a limitare la quantità di cibo che si può ingerire, le malattie infiammatorie dell’intestino o la diarrea cronica possono causare alterazioni nell’assorbimento del calcio e dell’acqua, aumentando la disponibilità di sostanze che contribuiscono alla formazione di calcoli renali
  • farmaci: esistono evidenze che l’uso frequente di alcuni farmaci può aumentare il rischio di produrre calcoli renali. Tra questi: l’aspirina, gli antiacidi, i diuretici, alcuni antibiotici, alcuni antiretrovirali e alcuni antiepilettici
  • altre malattie: il rischio di sviluppare la calcolosi renale aumenta in caso di:
  1. iperattività delle ghiandole paratiroidi, con inappropriata secrezione dell’ormone che regola i livelli di calcio e fosforo (iperparatiroidismo)
  2. inefficace riassorbimento dell’aminoacido cistina, determina la presenza di una notevole quantità di cistina nelle urine che può, quindi, precipitare e formare i calcoli (cistinuria)
  3. malattie renali responsabili di un accumulo di acidi nel sangue (acidosi renale tubulare)

In base al tipo di calcolo renale è possibile individuare la causa che lo ha determinato. Per esempio, i calcoli di calcio, che si formano per l’alta concentrazione di calcio nelle urine, possono essere causati da:

  • aumentato assorbimento intestinale di calcio (ipercalciuria da assorbimento)
  • livelli eccessivi di ormone paratiroideo (iperparatiroidismo)
  • malattia infiammatoria cronica multisistemica, come la sarcoidosi
  • eccessiva filtrazione di calcio da parte del rene (deficit del rene a riassorbire il calcio filtrato)

I calcoli di struvite sono spesso dovuti a infezioni del tratto urinario. I calcoli di acido urico, che si formano per l’alta concentrazione di acido urico nelle urine, sono causati da:

  • dieta ricca di proteine, come la carne
  • gotta malattia cronica del metabolismo dell’acido urico che colpisce le articolazioni
  • chemioterapia

I calcoli di cistina, invece, sono causati da una condizione ereditaria chiamata cistinuria che influisce sulla quantità di acido che passa nelle urine.

 

Indicazioni dietetiche e prevenzione:

 

Essere normopeso, aumentare l’assunzione di acqua a 2/3 litri al di’, bere acqua del rubinetto ricca di minerali, preferire alimenti di origine vegetale, consumare regolarmente cibi ricchi di calcio

 (frutta, legumi, semi di sesamo), mantenere uno stile di vita attivo; evitare di aggiungere sale alle pietanze, ridurre il consumo di formaggi stagionati, affettati, cibi conservati, limitare il consumo di cibi animali, limitare il consumo di zuccheri semplici e cibi raffinati, attenzione ai cibi contenenti ossalati (spinaci, nocciole, cioccolato, rape), evitare bevande alcoliche e fumo.

Se i calcoli renali sono causati dall’eccesso di calcio, è consigliabile ridurre gli ossalati nella dieta poiché ne impediscono l’assorbimento e ne favoriscono l’accumulo nel rene così da formare il calcolo.

I cibi che contengono ossalati sono: cioccolato, mandorle, arachidi, anacardi, barbabietola, asparagi, frutti di bosco, porri, prezzemolo, sedano, rabarbaro, prodotti a base di soia, cereali, germe di grano, farina di grano integrale

Non bisogna, però, ridurre di propria iniziativa la quantità di calcio nella dieta a meno che il medico non lo prescriva, poiché il calcio è molto importante per la salute delle ossa e dei denti.

Calcoli di acido urico o cistina

Per evitare la formazione dei calcoli di acido urico o di cistina, si consiglia di ridurre il consumo di: carne, pollame, pesce e di aumentare quello di: frutta, verdura, per rendere le urine meno acide.

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A cura del Dott. Cristian Mastropietro

BIOLOGO NUTRIZIONISTA